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Acido ialuronico: la fontana della giovinezza

Dott. Davide Forcellini • ott 19, 2018

“Acido ialuronico” risulta essere uno dei termini più ricercati su google, se ne sente parlare così spesso e anche in contesti così diversi da essere ormai entrato nel gergo comune, se ne parla nei focus e approfondimenti sulla salute, così come nei talk show.

Prodotti a base di acido ialuronico sono utilizzati nei centri di bellezza ma anche dai chirurgi estetici, usati per il viso ma anche per il corpo, persino nei trattamenti rivolti ai capelli.

Perché questo acido apporta benefici così ampi e trasversali?

L’acido ialuronico è uno dei componenti fondamentali dei tessuti connettivi dell’uomo, conferisce alla pelle le sue proprietà di resistenza e mantenimento della forma, ha lo scopo di idratare e proteggere i tessuti.

La sua assenza causa un indebolimento della pelle, promuovendo la formazione di rughe e inestetismi. La sua concentrazione nei tessuti del corpo tende a diminuire con l’avanzare dell’età.

Un primo grande discrimine nel suo uso: è iniettabile solo dal medico.

Acido ialuronico: diminuisce con gli anni

I livelli di acido diminuiscono con l’avanzare della età: ed è proprio per questa ragione che gli inestetismi e le rughe cominciano a manifestarsi sulla pelle delle persone mano a amano che cresce l’età.

L’acido ialuronico è presente in trattamenti a favore della bellezza della pelle e il contrasto del suo invecchiamento, può essere applicato sulla cute come crema idratante, un suo uso comune riguarda la guarigione di ferite, ustioni e ulcere della pelle.

Acido ialuronico: versatilità

Le proprietà di cui gode l’acido ialuronico sono molteplici. Per questa ragione sono diversi i campi in cui viene utilizzato. Un uso comune riguarda la guarigione di ferite, ustioni, ulcere della pelle . Può essere anche applicato sulla cute come ottima crema idratante, inoltre riduce rughe visibili e di espressione che tendono a comparire dai trent’anni circa.

In campo medico è utilizzato in chirurgia e dermatologia estetica, otologica, oftalmica, in ortopedia come lubrificante antiflogistico e preservante del liquido sinoviale delle articolazioni.

In dermatologia domestica l’acido ialuronico è il principale componente di molti prodotti commerciali topici venduti in farmacia, profumeria e supermercato, classificati genericamente nella categoria dei prodotti del viso, per impiego diurno o notturno.

La medicina estetica è quella branca della medicina che ha come finalità quella di migliorare l’estetica della persona senza il ricorso a procedure chirurgiche, tramite iniezioni e trattamenti ambulatoriali, che spesso si avvalgono proprio dell’acido ialuronico.

Trattamenti efficaci e con un buon margine di risultato, che necessitano però di essere ripetuti per assicurare un risultato a lungo termine.

FILLER E BIORIVITALIZZANTI

Si tratta di trattamenti iniettivi a base di acido ialuronico che hanno la finalità di dissimulare rughe o ripristinare volumi che sono stati persi con l’invecchiamento.

Questo glicosamminoglicano è dotato di una grande idrofilia cioè di una grande capacità di attrarre acqua responsabile della idratazione dei tessuti.

A seconda del diverso tipo di risultato che la paziente desidera ottenere si adotta una diversa tipologia di acido ialuronico, diverse infatti le formulazioni farmaceutiche fornite dalle aziende.

A seconda del peso molecolare e del grado di reticolazione il suo uso si presta al riempimento delle rughe, alla profiloplastica delle labbra e della salienza zigomatica,a schemi di trattamento con finalità bioristrutturanti o biorivitalizzanti.

Acido ialuronico: dove può essere usato

Labbra: fillers riempitivi possono essere usati per migliorare l’aspetto della mucosa labiale.

Ginocchio: infiltrazioni di acido ialuronico possono essere molto utili nella riduzione del dolore.

Glutei: per il ripristino del volume.


Dott. Davide Forcellini

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La mente umana spesso procede per associazioni di idee: mare profumo di salsedine, primavera uccellini che cinguettano, chirurgia plastica…mi rifaccio il seno. In realtà sono diversi gli stereotipi legati a questa specialità chirurgica, dovuti alla correlazione con uno dei suoi aspetti, quello appunto legato alla bellezza. Chi è il chirurgo estetico? Di che cosa si occupa principalmente? In realtà definizione più corretta è quella di chirurgo plastico, in quanto la chirurgia estetica è una branca della chirurgia plastica finalizzata a migliorare l’aspetto fisico. Al bando l’immagine cinematografica che ci ha regalato il film “La morte ti fa bella”, fotografando un bravissimo Bruce Willis nei panni di un decadente chirurgo alle prese con i tentativi di restauro dei corpi di moglie e amante, ree di avere bevuto un elisir di eterna vita e giovinezza e quindi alle prese con la necessità di una perpetua conservazione del corpo. Quando si parla di Medicina estetica il primo stereotipo che emerge è legato all’immagine di donne alla ricerca di un miglioramento del proprio aspetto, in realtà si tratta di una disciplina dalle molteplici sfaccettature, supporto alle terapie oncologiche e chirurgia in generale. Chi è il chirurgo plastico? Un primo discrimine nello sgomberare il campo da fraintendimenti: il chirurgo plastico ha conseguito una specialità precisa a differenza di quello estetico. La chirurgia estetica non esiste nell’ambito delle specializzazioni chirurgiche, se non come aspetto di quella plastica. Il chirurgo plastico si occupa in primis di chirurgia ricostruttiva, non solo legata a interventi di carattere estetico, come malformazioni facciali, somatiche, mutilazioni traumatiche o chirurgiche, seguenti alla rimozione di tumori, ustioni, esiti di ustioni e altro. Gli aspetti ricostruttivi ovviamente vogliono perseguire il miglior risultato estetico possibile. In Italia sono molti i medici che praticano la chirurgia plastica, in realtà i soli di cui è bene avere fiducia sono quelli specializzati in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva ed Estetica, ossia chi, dopo la laurea in Medicina, ha frequentato per cinque anni una Scuola di Specializzazione Universitaria in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica superando gli esami previsti nel corso di studi. Sul sito dell’Ordine di appartenenza sono riportati i titoli conseguiti dal medico quindi anche quello di chirurgia plastica, oppure è possibile telefonare all’ordine dei medici o in ultimo chiedere al professionista stesso notizie in merito ai titoli conseguiti. E’ possibile trovare notizia di un intervento di chirurgia plastica addirittura nei papiri egizi, uno del 3000 a.c descrive la chirurgia di un trauma facciale, con fratture nasali e della mandibola. L’antesignano del primo trapianto di pelle sarebbe da ricercare e attribuire ai medici indù, ai quali è attribuito il trapianto di pelle dalle natiche. Sarebbe però l’India la culla della chirurgia estetica , nei testi sacri sono descritti tentativi di innesti cutanei, a fini ricostruttivi. Era pratica consolidata la “Mutilazione giudiziaria”, in conseguenza della trasgressione di leggi. Oggi può in uno dei suoi tanti aspetti essere provocatoriamente definita come uno dei mezzi per avere successo in un mondo competitivo eliminando quelli che sono difetti, o comunque avvertiti come tali e causa di complessi di inferiorità. Dottor Davide Forcellini
Autore: Dott. Davide Forcellini 15 apr, 2018
Ci sono bambini che a cinque o sei anni hanno già ben chiaro che professione svolgeranno da grandi e si dedicano con impegno e abnegazione a realizzare il loro sogno, altri scoprono lungo il cammino la propria vocazione, c’è chi ritiene la propria occupazione un mero mezzo di sostentamento e delega la propria realizzazione personale ad altri aspetti della propria vita, chi visti i tempi difficili si adatta. Amo moltissimo la mia professione così tanto da non sentire né stanchezza né il peso delle molte ore che mi assorbe, pur nella sua complessità è un’attività che mi emoziona sempre, mi mette continuamente in discussione e ogni giorno mi fornisce input preziosi di crescita a livello professionale e anche umano naturalmente. Non sono nato con il camice, né mi dilettavo a giocare con stetoscopi giocattolo negli anni dell’infanzia, solo mia mamma con lungimiranza o forse perché corrispondeva a un suo desiderio mi profetizzava senza apparente ragione un futuro da medico, negli anni delle scuole superiori ho frequentato il Liceo Scientifico a San Marino, nell’estate dopo la maturità ho provato a entrare alla facoltà di Medicina ma anche a quella d’Ingegneria, superando entrambi i test d’ingresso a quel punto mi è stato chiaro cosa volevo essere: un Medico, non ebbi esitazione alcuna. Un curriculum vitae è un enunciazione un po’ asettica di date e di titoli conseguiti, c’è una storia personale fatta anche di impegno e rinunce, lacrime e sudore vicino a ogni step, entrato alla facoltà di Medicina al San Raffaele di Milano mi trovai catapultato dalla vita tranquilla di San Marino dove tutti conoscono tutti e le distanze sono molto ravvicinate a quella di Milano Lambrate, la sede del primo monolocale che presi in affitto appena giunto a Milano, immerso nella vita caotica di uno dei capoluoghi italiani più grandi e alle prese con la vita da studente di Medicina, i primi anni improntata principalmente alla ricerca e a sessioni serrate di esami. Conseguita la laurea e l’abilitazione mi sono poi ritrovato a un bivio importante quello relativo alla scelta della Specialità, ho scelto la Chirurgia plastica per una ragione molto semplice: amo fortemente i dettagli tecnici nonché l’estro artistico alla base di questa disciplina, inoltre anche una serie di ragioni satellite hanno supportato la mia scelta: si tratta di una disciplina trasversale, che mi consente di mettermi continuamente in discussione ed evolvere, non necessita di strutture particolari. Ho conseguito la Specialità, altri 6 anni di studio, dopo quelli per diventare Medico alla Statale di Milano, anni di formazione ma anche di pratica, un percorso molto impegnativo e complesso come specializzando, sotto la guida di insegnanti che mi hanno giustamente messo alla prova e stimolato in ogni modo, una sorta di apprendistato reso più impegnativo dalla posta in gioco, la salute e vita delle persone, l’esigenza di comprendere se tra quella che avvertivo come vocazione di vita, la formazione di quegli anni e le mie capacità intellettive e manuali ci fosse un giro armonico. Quando si parla di Medicina estetica il primo stereotipo che emerge è legato all’immagine di donne che desiderano migliorare l’aspetto che ha donato loro Madre natura, in realtà dietro a ogni paziente c’è una storia personale a volte anche complessa e questa disciplina medica ha tante sfaccettature, aiuta le persone a migliorare quelli che sono o perlomeno sono avvertite dalle stesse come invalidanti difetti fisici e donare sicurezza in sé stessi, ma è anche supporto importante delle terapie oncologiche e della chirurgia in generale, la prima cosa che faccio è mettermi in ascolto del mio paziente per capire da dove nasca il suo desiderio di cambiare una parte del proprio corpo e aiutarlo. Impossibile pensare a un lavoro seriale, in primis perché dietro a ogni paziente c’è una storia ben precisa, secondariamente è l’attenzione e cura che dedico a ogni intervento la scintilla iniziale della passione che alimenta il mio lavoro e senza la quale non potrei svolgere la professione che esercito. Un medico ha l’onere e onore di aggiornarsi continuamente, non finisce davvero mai di studiare, negli ultimi anni ho seguito un corso di specializzazione a Stoccolma e ho avuto esperienze di collaborazione molto proficue a Palma di Majorca in Spagna, dove ho supportato un collega in un centro all’avanguardia. Dottor Davide Forcellini
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