Blog Post

Bellezza e chirurgia estetica: come cambiano le richieste nel mondo

Dott. Davide Forcellini • mag 23, 2018

“La Bellezza non può essere interrogata: regna per diritto divino”.

- Oscar Wilde.


La bellezza è un valore assolto? la sua percezione è indubbiamente legata a gusti personali, propensioni, appartenenza culturale e geografica.

Ce lo siamo sentiti ripetere sin da bambini “non è bello ciò che è bello è bello ciò che piace”, il valore aggiunto di una persona è dato da quella luce che le illumina il volto e che proviene dall’interiorità.

Tuttavia se è vero che la forma è anche sostanza difficile non giudicare il fascino di un volto, la perfezione di un seno, l’eleganza di un paio di mani curate.

La bellezza può talvolta, essere “ingabbiata in stereotipi” precisi influenzati dal paese di provenienza.


Bellezza: come cambia il concetto nella storia

L’archetipo di bellezza si è evoluto modificato più volte nel corso della storia: Il primo a giungere alla creazione di un canone di bellezza fu lo scultore greco del primo periodo classico Policleto di Argo (V secolo a.C.) che, dopo aver preso le misure di diverse parti del corpo ad un certo numero di uomini, arrivò a definire delle misure medie, elaborandole come ideali. In effetti è cambiato tante volte nei secoli l’ideale di bellezza femminile, quello maschile sembra invece immutabile.

Nel periodo rinascimentale si ebbe la riscoperta del corpo come oggetto positivo, la donna appare quindi florida e dispensatrice di gioia e letizia massima, ispiratrice dell’amor cortese.

Nel secondo dopoguerra, dopo che miseria, distruzione e morte avevano dilagato, ritorna un ideale di donna barocca estremamente femminile con forme procaci evidenziate da generose scollature che prende il nome di pin-up. Negli anni successivi, cambia ancora il modello ideale si osanna quello rappresentato da Twiggy, indossatrice della fine degli anni sessanta famosa per la sua magrezza e il volto con fattezze quasi da bambina.


Bellezza: come cambia il concetto nel mondo

Un’indagine sul modello di bellezza femminile condotta in 18 paesi rivela come per le italiane la magrezza sia molto importante, 49 kg il peso ideale.

La classifica prosegue con 61 kg di bellezza per le serbe al tredicesimo posto e, al quattordicesimo, i 64 kg delle peruviane, reggiseno push-up e chiome lunghe per tutte le donne del mondo.

Così le donne europee e le asiatiche, Cina ed Italia in testa, sognano di essere più sottili, le americane del nord, del centro e del sud, amano il fisico a clessidra, fianchi e cosce robuste sono un must. Fra tutte le spagnole si sognano più floride, la bellezza è solo un punto di vista difficile giudicarla obbiettivamente.

Diverse sono anche le richieste rivolte ai chirurghi plastici nei diversi paesi: chi non è soddisfatta del proprio aspetto o non accetta le modifiche al corpo che il tempo impone, ricorre al bisturi con motivazioni e aspettative che dipendono dalla cultura e dal trend in cui è cresciuta.

Negli Stati Uniti gli interventi al seno sono molto numerosi, per essere aumentato di volume ma anche risollevato o ringiovanito, In Italia chirurgia del seno e lifting sono le tecniche più richieste, sta scendendo sempre più l’età media in cui è richiesto.

Il Brasile è l’Eldorado della chirurgia estetica, si interviene soprattutto sui glutei, con la liposuzione e anche con l’aumento del volume, grazie a protesi e innesti di grasso.

La chirurgia plastica è certamente influenzata anche dalla stagionalità e dal clima presente nella zona nella quale è praticata, se un fondoschiena da esibire grazie a leggings e magliette arricciate in vita è il sogno delle brasiliane che possono contare su temperature sempre gradevoli, in Svezia le richieste di interventi di estetica sono quasi sempre a favore del viso, allo stesso modo le classi sociali influenzano le domande, quelle più alte concentrano la propria attenzione sul volto, quelle medio e basse sul fisico.

È anche una professione che risente della stagionalità e conosce un boom tra marzo e maggio con l’avvicinarsi della prova costume.

Un serio professionista non deve mai trascurare un aspetto basilare: Quando si parla di Chirurgia plastica e Medicina estetica il primo stereotipo che emerge è legato all’immagine di donne che desiderano migliorare l’aspetto che ha donato loro Madre natura. In realtà, dietro a ogni paziente c’è una storia personale, a volte anche complessa, e questa disciplina medica ha tante sfaccettature, aiuta le persone a migliorare quelli che sono, o perlomeno sono avvertiti dalle stesse, come invalidanti difetti fisici, donando sicurezza in sé stessi.

Il primo compito del chirurgo plastico è quello di mettersi seriamente in ascolto e comprendere se dietro alle richieste di una paziente ci sia il desiderio di apparire al top, un complesso da superare, il desiderio di essere più bella o se si celi una patologia più complessa, un disagio psicologico o psichico che nessun intervento di chirurgia potrebbe risolvere.


Dottor Davide Forcellini


CONDIVIDERE

Autore: Dott. Davide Forcellini 19 ott, 2018
“Acido ialuronico” risulta essere uno dei termini più ricercati su google, se ne sente parlare così spesso e anche in contesti così diversi da essere ormai entrato nel gergo comune, se ne parla nei focus e approfondimenti sulla salute, così come nei talk show.
Autore: Davide Forcellini 20 ago, 2018
“Si tenga a dieta, chi vuol aver buon sonno e faccia lieta.”
Autore: Anna Chiara Macina 23 giu, 2018
“Nel mondo gli affamati sono tanti quanto i grassi. Gli affamati mangiano spazzatura nelle discariche; i grassi mangiano spazzatura da McDonald’s.” EDUARDO GALEAN
Autore: Dott. Davide Forcellini 30 apr, 2018
La mente umana spesso procede per associazioni di idee: mare profumo di salsedine, primavera uccellini che cinguettano, chirurgia plastica…mi rifaccio il seno. In realtà sono diversi gli stereotipi legati a questa specialità chirurgica, dovuti alla correlazione con uno dei suoi aspetti, quello appunto legato alla bellezza. Chi è il chirurgo estetico? Di che cosa si occupa principalmente? In realtà definizione più corretta è quella di chirurgo plastico, in quanto la chirurgia estetica è una branca della chirurgia plastica finalizzata a migliorare l’aspetto fisico. Al bando l’immagine cinematografica che ci ha regalato il film “La morte ti fa bella”, fotografando un bravissimo Bruce Willis nei panni di un decadente chirurgo alle prese con i tentativi di restauro dei corpi di moglie e amante, ree di avere bevuto un elisir di eterna vita e giovinezza e quindi alle prese con la necessità di una perpetua conservazione del corpo. Quando si parla di Medicina estetica il primo stereotipo che emerge è legato all’immagine di donne alla ricerca di un miglioramento del proprio aspetto, in realtà si tratta di una disciplina dalle molteplici sfaccettature, supporto alle terapie oncologiche e chirurgia in generale. Chi è il chirurgo plastico? Un primo discrimine nello sgomberare il campo da fraintendimenti: il chirurgo plastico ha conseguito una specialità precisa a differenza di quello estetico. La chirurgia estetica non esiste nell’ambito delle specializzazioni chirurgiche, se non come aspetto di quella plastica. Il chirurgo plastico si occupa in primis di chirurgia ricostruttiva, non solo legata a interventi di carattere estetico, come malformazioni facciali, somatiche, mutilazioni traumatiche o chirurgiche, seguenti alla rimozione di tumori, ustioni, esiti di ustioni e altro. Gli aspetti ricostruttivi ovviamente vogliono perseguire il miglior risultato estetico possibile. In Italia sono molti i medici che praticano la chirurgia plastica, in realtà i soli di cui è bene avere fiducia sono quelli specializzati in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva ed Estetica, ossia chi, dopo la laurea in Medicina, ha frequentato per cinque anni una Scuola di Specializzazione Universitaria in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica superando gli esami previsti nel corso di studi. Sul sito dell’Ordine di appartenenza sono riportati i titoli conseguiti dal medico quindi anche quello di chirurgia plastica, oppure è possibile telefonare all’ordine dei medici o in ultimo chiedere al professionista stesso notizie in merito ai titoli conseguiti. E’ possibile trovare notizia di un intervento di chirurgia plastica addirittura nei papiri egizi, uno del 3000 a.c descrive la chirurgia di un trauma facciale, con fratture nasali e della mandibola. L’antesignano del primo trapianto di pelle sarebbe da ricercare e attribuire ai medici indù, ai quali è attribuito il trapianto di pelle dalle natiche. Sarebbe però l’India la culla della chirurgia estetica , nei testi sacri sono descritti tentativi di innesti cutanei, a fini ricostruttivi. Era pratica consolidata la “Mutilazione giudiziaria”, in conseguenza della trasgressione di leggi. Oggi può in uno dei suoi tanti aspetti essere provocatoriamente definita come uno dei mezzi per avere successo in un mondo competitivo eliminando quelli che sono difetti, o comunque avvertiti come tali e causa di complessi di inferiorità. Dottor Davide Forcellini
Autore: Dott. Davide Forcellini 15 apr, 2018
Ci sono bambini che a cinque o sei anni hanno già ben chiaro che professione svolgeranno da grandi e si dedicano con impegno e abnegazione a realizzare il loro sogno, altri scoprono lungo il cammino la propria vocazione, c’è chi ritiene la propria occupazione un mero mezzo di sostentamento e delega la propria realizzazione personale ad altri aspetti della propria vita, chi visti i tempi difficili si adatta. Amo moltissimo la mia professione così tanto da non sentire né stanchezza né il peso delle molte ore che mi assorbe, pur nella sua complessità è un’attività che mi emoziona sempre, mi mette continuamente in discussione e ogni giorno mi fornisce input preziosi di crescita a livello professionale e anche umano naturalmente. Non sono nato con il camice, né mi dilettavo a giocare con stetoscopi giocattolo negli anni dell’infanzia, solo mia mamma con lungimiranza o forse perché corrispondeva a un suo desiderio mi profetizzava senza apparente ragione un futuro da medico, negli anni delle scuole superiori ho frequentato il Liceo Scientifico a San Marino, nell’estate dopo la maturità ho provato a entrare alla facoltà di Medicina ma anche a quella d’Ingegneria, superando entrambi i test d’ingresso a quel punto mi è stato chiaro cosa volevo essere: un Medico, non ebbi esitazione alcuna. Un curriculum vitae è un enunciazione un po’ asettica di date e di titoli conseguiti, c’è una storia personale fatta anche di impegno e rinunce, lacrime e sudore vicino a ogni step, entrato alla facoltà di Medicina al San Raffaele di Milano mi trovai catapultato dalla vita tranquilla di San Marino dove tutti conoscono tutti e le distanze sono molto ravvicinate a quella di Milano Lambrate, la sede del primo monolocale che presi in affitto appena giunto a Milano, immerso nella vita caotica di uno dei capoluoghi italiani più grandi e alle prese con la vita da studente di Medicina, i primi anni improntata principalmente alla ricerca e a sessioni serrate di esami. Conseguita la laurea e l’abilitazione mi sono poi ritrovato a un bivio importante quello relativo alla scelta della Specialità, ho scelto la Chirurgia plastica per una ragione molto semplice: amo fortemente i dettagli tecnici nonché l’estro artistico alla base di questa disciplina, inoltre anche una serie di ragioni satellite hanno supportato la mia scelta: si tratta di una disciplina trasversale, che mi consente di mettermi continuamente in discussione ed evolvere, non necessita di strutture particolari. Ho conseguito la Specialità, altri 6 anni di studio, dopo quelli per diventare Medico alla Statale di Milano, anni di formazione ma anche di pratica, un percorso molto impegnativo e complesso come specializzando, sotto la guida di insegnanti che mi hanno giustamente messo alla prova e stimolato in ogni modo, una sorta di apprendistato reso più impegnativo dalla posta in gioco, la salute e vita delle persone, l’esigenza di comprendere se tra quella che avvertivo come vocazione di vita, la formazione di quegli anni e le mie capacità intellettive e manuali ci fosse un giro armonico. Quando si parla di Medicina estetica il primo stereotipo che emerge è legato all’immagine di donne che desiderano migliorare l’aspetto che ha donato loro Madre natura, in realtà dietro a ogni paziente c’è una storia personale a volte anche complessa e questa disciplina medica ha tante sfaccettature, aiuta le persone a migliorare quelli che sono o perlomeno sono avvertite dalle stesse come invalidanti difetti fisici e donare sicurezza in sé stessi, ma è anche supporto importante delle terapie oncologiche e della chirurgia in generale, la prima cosa che faccio è mettermi in ascolto del mio paziente per capire da dove nasca il suo desiderio di cambiare una parte del proprio corpo e aiutarlo. Impossibile pensare a un lavoro seriale, in primis perché dietro a ogni paziente c’è una storia ben precisa, secondariamente è l’attenzione e cura che dedico a ogni intervento la scintilla iniziale della passione che alimenta il mio lavoro e senza la quale non potrei svolgere la professione che esercito. Un medico ha l’onere e onore di aggiornarsi continuamente, non finisce davvero mai di studiare, negli ultimi anni ho seguito un corso di specializzazione a Stoccolma e ho avuto esperienze di collaborazione molto proficue a Palma di Majorca in Spagna, dove ho supportato un collega in un centro all’avanguardia. Dottor Davide Forcellini
Share by: